
Difficile esprimere un giudizio netto su questo libro. È un genere di romanzo che amo molto, quello in cui la trama fa quasi da sfondo a digressioni e riflessioni dell’autore che descrive così, con minuzia, quello che i suoi occhi e la sua mente percepiscono di una scena, di una persona, di un contesto. A patto, ovviamente, che si tratti di digressioni e riflessioni funzionali alla narrazione ma soprattutto interessanti.
Le prime e le ultime cinquanta pagine del libro sono davvero eccellenti: le prime catturano immediatamente, soprattutto cattura la mente fervida di chi le ha concepite; le ultime tengono appeso il lettore con una buona dose di suspense e alcuni colpi di scena che cambiano la prospettiva generale dei fatti e dei personaggi.
In mezzo, tante pagine davvero poco avvincenti, che si reggono grazie alla poderosa scrittura dell’autore ma che non coinvolgono, e a tratti sembrano quasi un esercizio di stile fine a se stesso.
Vince ma non convince, per usare una metafora sportiva.