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Nessuno degli antioccidentali che pullulano in Europa o in America ha mai pensato per un solo istante di emigrare a Mosca, a Pechino, o a Teheran. […] Pur con i loro difetti enormi, le liberaldemocrazie e il capitalismo di mercato sono il modello più avanzato."
Interessante analisi delle questioni più attuali e importanti che riguardano il nostro pianeta: dalla crisi climatica all’economia, dalla guerra in Ucraina ai problemi energetici, dall’esplosione demografica agli equilibri geopolitici.
Ma soprattutto, al centro di tutto, la globalizzazione, quel fenomeno esploso una trentina di anni fa e che sta evolvendo in modo diverso da come era stato immaginato allora, quando la fine del comunismo sovietico fece crollare molte delle barriere che spaccavano, non solo ideologicamente, il mondo.
Grande, come sempre, Rampini, che affronta tutti questi temi con lucidità e con un distacco che generalmente si riesce ad avere solo dopo alcuni anni dalle vicende, fornendo moltissimi dati a supporto ed esponendo tutto con estrema chiarezza. E sollevando l’Occidente da responsabilità non sue che spesso gli vengono addossate da un ricorrente senso di colpa.
La tesi del libro è che la quasi totalità delle previsioni catastrofistiche dei decenni passati, dalla penuria energetica a quella alimentare, non si sono avverate, adducendone fra le ragioni un atavico pessimismo italiano: speriamo che sia così anche questa volta.