
Poche volte in vita mia ho rilevato un’adesione tanto profonda tra il mio pensiero e quello espresso in un libro.
Il laicismo quale unica via per il rispetto completo e reale dell’individuo, ma soprattutto il diritto dei singoli al di sopra delle regole dei gruppi e delle comunità di appartenenza di ciascuno. In altri termini, il patto politico-legislativo, base degli Stati sovrani, applicato realmente e senza eccezioni, soprattutto nei confronti delle associazioni religiose, la cui etica viene altrimenti posta al di sopra dei valori universali.
L’identità collettiva mostrata per quello che quasi sempre è: una patacca la cui definizione si fonda spesso sull’esaltazione di un passato mai esistito. Il multiculturalismo visto come una sorta di segregazionismo o autosegregazionismo perché imprigiona le persone all’interno dei gruppi di nascita.
L’uomo al centro di tutto. Fallace, certo, ma almeno libero di evolversi e non condannato a restare per sempre ciò che non è.