
Dopo Tre piani, di nuovo tre racconti per Nevo, tre storie che più che intrecciarsi si sfiorano, o forse semplicemente si citano in modo fintamente casuale.
Tre personaggi che si ritrovano all’improvviso in situazioni terribili senza aver fatto nulla per finirci dentro. La loro quotidianità, le loro normali vite borghesi, stravolte dagli eventi. Le loro reazioni, la loro sofferenza. Il loro cercare una via d’uscita che non sempre si trova.
Nevo ha la mano del mestierante, di quello che ha studiato e imparato la professione, i suoi romanzi sembrano scritti con la testa e mai con la pancia; questo, in particolare, sembra un esercizio di stile, un compito svolto con diligenza.
Una lettura scorrevole ma, a parte il primo racconto, un po’ scialba, addirittura noiosa per l’ultimo dei tre. Buono per l’ombrellone, chi ha già finito le ferie può tranquillamente evitarlo.