
“Non mettono al centro di tutto l'economia. Per loro l'essenziale è la demografia, e l'istruzione: il sottogruppo demografico che dispone del miglior tasso riproduttivo, e che riesce a trasmettere i propri valori, trionfa.“
Romanzo fantapolitico che immagina una realtà distopica in cui il candidato di un partito musulmano vince le elezioni presidenziali in Francia, avviando rapidamente il paese verso una shariah soft ma non per questo priva di tutti quegli elementi in tremendo contrasto con i valori occidentali, a cominciare dalla poligamia.
Il libro, pubblicato nel 2015, si svolge dal 2022 a seguire, in un futuro diventato ormai presente, dandoci la possibilità di verificare a posteriori l’esattezza di alcune analisi dell’autore sugli equilibri politici francesi e internazionali, a cominciare dalla marginalizzazione dei due schieramenti politico-ideologici che hanno dominato la scena politica mondiale degli ultimi decenni, sinteticamente la destra e la sinistra.
Quello che inizialmente appare come un attacco all’islam politico è in realtà una critica alla società occidentale, tema molto caro a Houellebecq e ricorrente in molti suoi romanzi; una società che appare gaudente ma amorfa e priva di valori, come spesso nella storia le società che costituiscono gli imperi prossimi al loro termine.
Il titolo altro non è che la traduzione letterale del termine islam, che significa appunto sottomissione. Il protagonista, un docente universitario tipicamente francese, si ritrova nel finale ad accettare la conversione religiosa, sottomettendosi, per il bieco interesse di riottenere la cattedra perduta e sposare un paio di giovani studentesse.
Amo Houellebecq e credo che come Philip Roth abbia saputo raccontare in modo magistrale i tormenti interiori dell’uomo (maschio) occidentale. Forse non è un caso che anche l’americano abbia scritto un eccellente romanzo di fantapolitica: Il complotto contro l’America, in cui, invece degli islamisti, vincono le elezioni del 1942 negli USA i filonazisti. Cambia la bandiera ma la sostanza è la stessa: la distruzione dei principi di libertà affermatisi con l’illuminismo e la rivoluzione francese.



