Il grosso dei fatti si svolge nel primissimo dopoguerra, quel periodo cioè dove speranze e regolamenti di conti si accavallarono spesso nell’animo degli italiani generando purtroppo delusioni ed eccessi (ma forse è semplicistico parlare di eccessi col distacco dato da 70 anni di distanza). Veramente un affresco chiaro su un periodo travagliato della nostra storia, con gli anglo-americani ancora a dirimere le questioni e le morali cattolica e politica a dettare comportamenti e scelte di vita delle persone. Scelte che con gli occhi di oggi appaiono a volte eccessivamente rigide, come nel caso della protagonista, ma che rivelano una forza interiore straordinaria, ancor di più considerando la scarsità di mezzi, soprattutto culturali di cui i più disponevano allora.
Già che c’ero, mi sono visto pure il film di Comencini del ’63, con la Cardinale al top della sua bellezza; bello, anche se non quanto il libro cui pure è piuttosto fedele, mostra per immagini un’Italia che il neorealismo ha immortalato per noi.